Storia

Il figlio segreto di Mussolini


MussoliniBenito Mussolini (nato il 29 luglio 1883 a Predappio, Emilia-Romagna / morto fucilato il 28 aprile 1945 vicino a Dongo sul Lago di Como) è stato il dit­ta­tore fascista italiano dal 1922 al 1943. Come capo del regime fascista, portava il titolo di Duce del Fascismo.
Nel 2009 Marco Bellocchio realizzò il Film Vincere la cui trama ruota attorno a Benito Albino Dalser, figlio di Benito Mussolini e di Ida Ire­ne Dalser. Le vicende partono dall'anno in cui Mussolini conobbe la Dal­ser sino all'anno in cui il loro figlio viene rinchiuso in manicomio. Il film ri­per­cor­re l'amore tor­men­tato e non corris­posto di Ida verso il giovane Mus­solini, che prima se ne inva­ghisce ma poi la respinge, facendo internare anche lei in manicomio, perché troppo invadente ed imbarazzante.
Ida Dalser era una giovane donna di buona famiglia che conobbe il giovane Mussolini a Milano nel 1914, quando era ancora un so­cialista radicale e scri­veva sul giornale di par­ti­to "Avanti!". La Dalser si innamorò subito di Be­nito. Per aiutarlo a finanziare il suo quo­ti­dia­no "Popolo d'Italia" vendette tutti i suoi ave­ri. Allo scoppio della prima guerra mon­dia­le, Benito Mussolini che aveva già una relazione con Rachele Guidi si arruolò nell'e­ser­cito e scom­parve dalla vita di Ida Dalser.
Trailer di „Vincere"
Nel 1915 Ida Dalser comunicò a Mussolini di aspettare un figlio. Benito Al­bino Dalser (1915-1942) nacque l'11 novembre 1915 e, Secondo il gior­na­lista trentino Marco Zeni che avrebbe intervistato la Dalser, fu ri­co­no­sciu­to da Mussolini l'11 gennaio 1916. Tuttavia, il do­cumento cor­ris­pon­den­te non è mai stato tro­va­to. Benito Albino è conosciuto anche sotto il cognome Bernardi (il nome del padre adot­tivo).
Se Mussolini e la Dalser si siano sposati non si sa esattamente. Il fatto però che durante la guerra la Dalser ab­bia ricevuto aiuti di Stato destinati alle fa­miglie dei militari di leva, sembra con­fer­mar­lo. Nel 1915 Mussolini, in congedo dal fronte per malattia, andò a trovare Ida a Milano. I due si registrarono come coppia sposata in un albergo. I due trascorsero un po' di tempo insieme durante questo congedo durante il quale Mussolini ebbe anche l'oc­ca­sione di vedere il figlio.
Mussolini aveva conosciuto Rachele Guidi, dalla quale aveva anche avuto una figlia, e che sposò con rito solo civile a Treviglio il 16 di­cembre 1915, prima di partire per la guerra. Ormai quindi unito a Rachele Guidi, Mussolini venne obbligato alla tutela del figlio e a versare un assegno mensile di 200 lire.


Mussolini inviò regolarmente soldi a Ida, che però non le bastavano e quindi gli fece causa. Utilizzò il registro dell'hotel per dimostrare che erano sposati. Sebbene il tribunale non le credesse, condannò Mussolini a pagare di più. Da quel momento in poi Mussolini non volle avere più niente a che fare con lei e il figlio. Il rapporto con Albino fu mantenuto dal fratello di Mussolini Arnaldo, che mantenne con lui un rapporto affettuoso.
Dopo la Marcia su Roma, Mussolini, ormai ar­ri­vato al potere, fece scattare nei confronti di Ida misure restrittive per impedirle di la­scia­re Trento. Il 19 gennaio 1925 Mussolini depositò presso la Cassa di Risparmio di Trento la somma di centomila lire a nome di Benito Albino, il quale avrebbe potuto entrarne in possesso solo al compimento della maggior età.
La Dalser nel frattempo non si rassegnò al ruolo di ex moglie e pretendeva di essere ri­co­nosciuta come tale, in quanto prima consorte di Mussolini: tra il 1924-1925, elusa la sorveglianza dei parenti, salì su un treno per precipitarsi a Roma e chiedere udienza a Mussolini, ma fu fermata all'ingresso di Palazzo Venezia.
Dopo una nuova intemperanza a Trento, questa volta rivolta contro il ministro della pubblica Istruzione Pietro Fedele, fu immobilizzata e portata in questura dalla polizia. I medici a questo punto ne ordinarono l'internamento nel ma­ni­comio di Pergine Valsugana e in seguito in quello di San Clemente a Venezia.
Benito Albino visse con la madre fino al 1926, fino a quando questa fu ri­co­verata al ma­ni­comio. Benito Albino fu mandato in collegio, prima a Mon­ca­lie­ri, nel 1931 alla morte dello zio Arnaldo, in una casa meno nota.


Nel 1932 Benito Albino fu adottato da Giulio Bernardi, che divenne anche il suo tutore. Benito Albino non rivide mei più sua madre e si tormentò per tutta la vita con la speranza di venire riconosciuto dal padre.
Benito Albino frequentò un corso di telegrafia a La Spezia. Si arruolò poi nella Regia Marina sull'esploratore Quarto in navigazione verso la Cina. Secondo varie testimonianze il ragazzo manifestò più volte ai commilitoni la sua stretta parentela con il Duce. Fatto rimpatriare, fu anche lui, come la madre, rinchiuso in un istituto psichiatrico a Mombello di Limbiate (l'allora grande manicomio provinciale di Milano), dove morì nel 1942. Alcuni storici hanno definito la sua scomparsa "un delitto di regime".