Nasce a Pescara
nel 1863 e muore a Gardone Riviera nel 1938. Fu non solo poeta ma anche soldato nella Prima guerra mondiale e seguì
con passione la politica. Annunziò lo Stato Libero di
Fiume. Quando si stabilì a Roma, conobbe gli ambienti
eleganti della città e visse una vita ricca e piena di
scandali e di fatti che gli diedero molta pubblicità
come la sua relazione con la grande attrice Eleonora Duse.
Fu a favore della guerra e partecipò alla „Beffa
di Buccari" (una località vicino a Fiume),
partecipò al volo su Trieste e quando finì la
guerra fu nazionalista e organizzò la marcia su Fiume.
Alcyone
Appartiene
al decadentismo per il suo estetismo (amore della bellezza),
uno dei suoi aspetti principali che rappresenta il Parnassianesimo e che nasce dall'odio della realtà quotidiana;
infatti estetismo, sia nella vita che nell'arte, vuole dire
ricerca di eleganza e di raffinatezza; senza pensieri di moralità,
ma con l'estetismo D'Annunzio cerca pure di innalzare la
sua istintiva sensualità nell'amore, nel piacere, nel
bello.
La pioggia nel pineto
Taci. Su le
soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove su i pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti,
piove su i nostri volti silvani
piove su le nostre mani ignude
su i nostri vestimenti leggieri,
su i freschi pensieri
che lanima schiude novella,
su la favola bella
che ieri
tilluse, che oggi tillude,
o Ermione.
La pioggia nel Pineto
Piove su le tue ciglia nere
sì che par tu pianga
ma di piacere; non bianca
ma quasi fatta virente
par da scorza tu esca.
E tutta la vita è in noi fresca,
aulente,
il cuor nel petto è come pèsca
intatta,
tra le pàlpebre gli occhi
son come polle tra lerbe,
i denti negli alvèoli
son come mandorle acerbe.
E andiam di fratta in fratta,
or congiunti or disciolti
(e il verde vigor rude
ci allaccia i mallèoli,
cintrica i ginocchi)
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri,
che lanima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri milluse, che oggi tillude,
o Ermione.
Odi? La pioggia cade
su la solitaria verdura
con un crepitio che dura
e varia nellaria
secondo le fronde
più rade, men rade.
Ascolta. Risponde
al pianto il canto
delle cicale
che il pianto australe
non impaura,
né il ciel cinerino.
E il pino
ha un suono; e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancora, stromenti diversi
sotto innumerevoli dita.
E immersi
noi siam nello spirto silvestre,
darborea vita viventi;
e il tuo volto ebro
è molle di pioggia
come una foglia,
e le tue chiome
auliscono come
le chiare ginestre,
o creatura terrestre,
che hai nome
Emione.
Ascolta, ascolta. Laccordo
delle aree cicale
a poco a poco
più sordo
si fa sotto il pianto
che cresce;
ma un canto vi si mesce
più roco
che di laggiù sale,
dall umida ombra remota.
Più sordo e più fioco
sallenta, si spegne.
Sola una nota
ancor trema, si spegne,
risorge, trema, si spegne.
Non sode voce del mare.
Or sode su tutta la fronda crosciare
l argentea pioggia
che monda,
il croscio che varia
secondo la fronda
più folta, men folta.
Ascolta.
La figlia dellaria
è muta: ma la figlia
del limo lontana,
la rana,
canta nellombra più fonda,
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su le tue ciglia,
Ermione.