Il famoso
Caffé degli Specchi, per esempio, il punto di ritrovo dove
Bacci Pagano e il suo amico, il commissario
Pertusiello, si incontrano più di una volta, non

solo esiste, ma si trova a pochi passi dal vicolo del centro storico dove per tanti anni ha vissuto mia sorella. Un posto meraviglioso, il bar, per bere un caffè o prendere un aperitivo. Esiste dal 1917. Il suo soffitto è adornato da vecchie tessere di ceramica color crema. Anche gli specchi che danno il nome al locale non sono meno antichi.
In un certo senso è
Genova la vera protagonista dei romanzi gialli di
Morchio. Genova coi suoi „
carruggi“ (così si chiamano in
genovese i caratteristici e stretti vicoli della città antica), i suoi colori, i suoi odori, le sue specialità culinarie, il suo modo di vivere ma anche con le sue contraddizioni. Già il nome stesso del protagonista (
Bacci) lo localizza a Genova,

essendo l'abbreviazione del genovesissimo
Baciccia, nome che a sua volta deriva da
Giovanni Battista.
L'amore per Genova trapela da tutte le righe dei romanzi di Morchio, che sembra preferire alcuni quartieri, come la delegazione

operaia di
Sestri Ponente, il levante cittadino, ricco di
crêuze (parola genovese che indica i ripidi e stretti viottoli che salgono sulle colline più o meno perpendicolarmente alla costa), la
circonvallazione a monte e, anzitutto, la
città vecchia (uno dei centri storici più grandi d'Europa) con i suoi palazzi diroccati
e i suoi abitanti, per lo più „piccola gente“, extracommunitari e
bagasce. Quel mondo, insomma, che si trovava anche nelle più famose canzoni di
Fabrizio de Andrè.
La descrizione che Morchio fa di Genova è intima, sensuale, crea un senso di mistero che già di per se rende le indagini di Bacci Pagano meritevoli di essere lette.